De Cataldo Giancarlo - Bonini Carlo - 2015 - La notte di Roma by De Cataldo Giancarlo - Bonini Carlo

De Cataldo Giancarlo - Bonini Carlo - 2015 - La notte di Roma by De Cataldo Giancarlo - Bonini Carlo

autore:De Cataldo Giancarlo - Bonini Carlo [De Cataldo Giancarlo - Bonini Carlo]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, Thrillers, General
ISBN: 9788858420904
Google: cXzPCgAAQBAJ
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2015-11-02T23:00:00+00:00


VIII.

24 marzo, martedí

santa Caterina di Svezia

QUARTIERE PRATI. PUB AR MURETTO. SERA.

«Piazza Cavour. Pub Ar muretto. Alle 23». Sebastiano si presentò con venti minuti di ritardo. Il giusto. Il locale era affollato. Prati era diventato un nuovo centro della movida, molto diverso dal quartiere composto, popolato dalla borghesia arrivata, quieta, ma feroce e sola, dove si era recitata la commedia umana della sua adolescenza. Un lembo di città storicamente nero che un poco alla volta s’era convertito al progressismo. Ammesso che simili categorie, nel nuovo secolo, avessero ancora un senso. E forse, proprio per questa sua mutazione, Prati attirava qualche nostalgico: come i ragazzotti dall’aria tosta che confabulavano con Wagner, un tripudio di avambracci e nuche costellati di tatuaggi fascio-celtici.

Wagner si alzò di scatto, in segno di rispetto. Sebastiano allungò la destra in una stretta vigorosa e fissandolo negli occhi gli fece cenno di sedersi.

– Cosí, tu sei Wagner.

– E tu Sebastiano.

Wagner dissimulava egregiamente il disagio, osservò Sebastiano. Non lo aveva immaginato cosí giovane. Anche se nel suo sguardo gli sembrò di cogliere un’ombra che riconosceva. La vita doveva averlo segnato precocemente. E come si deve.

– Birra? – chiese il ragazzo.

– Preferirei un whisky di malto.

Sebastiano sapeva usare il silenzio. Era normalmente la prima e decisiva prova cui sottoponeva gli interlocutori che non conosceva. Aveva il vantaggio di non impegnarlo in banalità e di misurare rapidamente e senza appello la capacità di chi aveva di fronte di reggere alla pressione senza perdere il controllo. E a quanto pare – notò – il giovane Wagner se la cavava. In attesa della sua birra e del ­whisky, che viva Iddio arrivò liscio in un bicchiere di metallo, il ragazzo non aveva mosso un muscolo. Aveva piantato i gomiti sul tavolo, appoggiando il mento sulle nocche delle mani che tenevano serrati gli avambracci. E cosí era rimasto per un tempo che sembrò lunghissimo. Comunque sufficiente per far concludere a Sebastiano che la prima impressione era stata quella giusta.

– Salute, – disse dunque Sebastiano sollevando il suo whisky.

– Al nostro incontro, – rispose sorridendo Wagner.

Poi il ragazzo si fece serio e chiese a Sebastiano perché lo avesse cercato.

– Tu e i tuoi vi state facendo un nome, Wagner.

Il ragazzo s’irrigidí. E gli piantò addosso uno sguardo sospettoso. Occhi feroci. Con una paradossale vena di innocenza. A Roma, era noto a tutti che Sebastiano voleva dire Samurai. E per questo Wagner aveva risposto cosí prontamente alla convocazione. Non capita tutti i giorni che Sebastiano Laurenti ti cerchi. Ora il ragazzo si chiedeva se avesse commesso qualche errore, pestato i piedi o le mascelle sbagliate. Sebastiano si divertí a tenerlo per un po’ sulle spine. Quando la tensione dell’altro si fece insostenibile, lo gratificò di un tono benevolo.

– State andando alla grande. È da un po’ che vi tengo d’occhio. Sono molto contento. E anche chi tu sai approva.

Wagner si abbandonò sullo schienale della sedia. Strinse i pugni e capí che la grande occasione era arrivata. E giurò che non se la sarebbe lasciata scappare. A nessun costo.



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